Grazie agli amici Beppe e Cristina l’anno scorso ho scoperto il canyoning, uno sport appassionante del quale non ci si può certo dimenticare… tant’è che anche questa estate mi sono regalata una seconda emozionante giornata all’esplorazione del Fiume Palvico con i ragazzi della MountainLive, con i quali InScena ha stretto una bella collaborazione!
Se non hai mai avuto l’occasione di provare questo emozionante sport questo articolo è dedicato a te. Sono convinta del fatto che saprò stuzzicare la tua curiosità e chissà mai che tu decida di provarlo proprio in occasione di uno speciale addio al nubilato/celibato!
A differenza di altre attività come il rafting o il canoismo, il canyoning, o torrentismo, consiste nella discesa a piedi, senza gommoni o canoe, di strette gole naturali (canyon o forre) percorse da piccoli corsi d’acqua ed intervallate da cascate, salti di roccia, scivoli naturali, corridoi allagati e laghetti.
E’ uno sport che si pratica in gruppi di 4, massimo 8 persone.
A differenza di quanto si possa pensare non è uno sport estremo. Esistono infatti percorsi di varia difficoltà: dai più semplici canyon d’iniziazione ai percorsi estremi invernali.
Per la prima volta è indispensabile esclusivamente saper nuotare ed avere una discreta preparazione atletica, ovvero essere in grado di sostenere una camminata composta da esercizi ginnici (balzi ed affondi) per almeno due ore.
Gli organizzatori delle spedizioni forniscono l’attrezzatura necessaria per godere in tutta sicurezza della bellezza di questo sport, che si pratica sempre all’aria aperta ed in luoghi incontaminati.
E’ così che si parte: attrezzati di muta, caschetto, giubbotto salvagente ed imbrago con moschettoni, per calarsi in cordata da alte cascate o ripide gole naturali.
Praticare canyoning è un emozione continua sin dai preparativi per la vestizione, con le goffe ed attillate mute, che proteggono perfettamente il corpo dalle rigide temperature delle acque torrentizie.
Lo step iniziale è l’immersione in acqua: farla penetrare lentamente sotto la muta è fondamentale, in modo da acclimatarsi velocemente.
L’acqua dei fiumi di montagna infatti è molto fredda (circa 10°C), ma il sottile strato che penetra nella muta si scalda velocemente con il calore del corpo, consentendoci di sopportare le immersioni prolungate.
A questo punto si è pronti per iniziare il cammino e scendere la forra: si alternano salti, nella limpidissima acqua delle piscine naturali, e scivoli sulla roccia, levigata come fossimo in un parco acquatico.
Tremano un po’ le gambe quando dall’alto delle rocce ci si prepara al tuffo… poi però l’impatto con l’acqua e l’emozione caricano d’adrenalina e voglia di continuare l’avventura!
In ultimo, calati con le corde da una cascata di quasi trenta metri di altezza, il panorama ci emoziona in maniera indimenticabile.
Ogni torrente è una nuova avventura…
L’organizzatore di queste spedizioni è l’amico Giuseppe Tonini con i colleghi della MountainLive, appassionatissimi pionieri dei torrenti della Val di Ledro e Valle del Caffaro, che hanno fondato questa associazione dopo aver esplorato per primi il Rio Palvico, uno dei fiumi europei più belli, completi ed adatti alla pratica del canyoning.
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